La Cina amplia il fotovoltaico autostradale mentre le province gareggiano per decarbonizzare i trasporti.

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Lungo l’autostrada Jinan–Weifang, nella provincia cinese dello Shandong, un impianto fotovoltaico da 68 MW produce oggi 68 GWh all’anno, oltre quattro volte il consumo elettrico del tratto stesso. L’autostrada è presentata come la prima “zero carbon” della Cina.

I progetti di fotovoltaico autostradale si sono estesi dai tetti delle aree di servizio a scarpate, spartitraffico e ingressi di gallerie. Alla fine del 2024, la potenza installata aveva raggiunto 1,7 GW, pari al 76% dell’energia rinnovabile distribuita nel settore dei trasporti. Diciassette province hanno avviato lo sviluppo di aree di servizio quasi a zero emissioni.

Secondo stime dell’Accademia Cinese delle Scienze dei Trasporti, il potenziale solare lungo le strade del Paese ammonta a 943,7 GW, oltre il 60% dei quali installabili sulle autostrade. Uno sviluppo completo potrebbe generare più del triplo del fabbisogno elettrico annuale dell’intera rete autostradale nazionale.

La Shandong Hi-Speed Group Co. ha già installato 668 MW di solare autostradale e prevede di superare 1 GW entro la fine del 2025, portando al 40% l’autosufficienza energetica verde delle autostrade dello Shandong. “Abbiamo sviluppato una soluzione integrata per scarpate, aree di servizio e gallerie”, ha dichiarato un funzionario dell’azienda ai media statali, sottolineando che il progetto Jinan–Weifang funge da modello per la diffusione su scala nazionale.

Altre province si stanno muovendo rapidamente. L’Hunan ha aggiunto 8,2 MW nel 2024. Lo Shanxi punta a 278,7 MW entro il 2025 secondo nuove linee guida gestionali. E la Henan Communications Investment Group ha lanciato l’iniziativa “100-1000-10000”, con l’obiettivo di raggiungere capacità su scala gigawatt nei prossimi cinque anni.

Il settore deve però affrontare sfide tecniche e regolatorie. Procedure burocratiche complesse e vincoli imposti ai gestori autostradali hanno rallentato alcuni progetti. Le installazioni su scarpate rientrano spesso nella categoria dei terreni destinati ai trasporti, richiedendo quindi numerose approvazioni. Le dure condizioni autostradali accelerano il degrado dei moduli del 2-3% all’anno, riducendo l’efficienza fino all’85% dopo cinque anni. Le ispezioni sulle tratte montane richiedono pattugliamenti manuali, aumentando i costi di manutenzione del 30%, mentre i collegamenti con la rete nelle zone rurali restano limitati a causa della lenta espansione delle sottostazioni.

Le autorità stanno tuttavia attenuando alcuni di questi ostacoli. Lo Shandong offre un incentivo di 0,10 yuan per kWh (circa 0,014 dollari) per i progetti autostradali a zero emissioni; Shanghai concede premi fino a 2 milioni di yuan per installazioni qualificate; e lo Shanxi consente ora la presentazione dei progetti in blocco, dimezzando i tempi di approvazione.

Secondo gli analisti del settore, il fotovoltaico autostradale sta passando da una crescita trainata dalle politiche a una crescita orientata al mercato. I futuri sviluppi si concentreranno su moduli flessibili, integrazione energetica veicolo-strada e nuovi modelli di business legati a impianti virtuali e crediti di carbonio.

“Con l’evoluzione tecnologica e l’innovazione dei modelli, il fotovoltaico autostradale assumerà un ruolo strategico crescente nella decarbonizzazione dei trasporti e nella sicurezza energetica”, ha dichiarato Wang Zheng, analista delle energie rinnovabili presso Huaxin Capital.

Le previsioni indicano che le installazioni fotovoltaiche autostradali in Cina potrebbero superare i 20 GW annui entro cinque anni, creando il più grande mercato solare al mondo collegato al settore dei trasporti.

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