Nelle ultime due settimane i prezzi dell’energia in Europa hanno registrato un quadro per lo più rialzista, con una bassa produzione di energia da fonti rinnovabili coincisa con un aumentato rischio a livello geopolitico che, a sua volta, causa un aumento dei prezzi del gas. Lo spiegano due recenti rapporti.
Prezzi dell’elettricità in Europa
Le condizioni meteorologiche in Europa, le incertezze sul gas russo e, naturalmente, la politica negli Stati Uniti e in Germania si sono rivelati i principali fattori di movimento dei prezzi dell’elettricità in Europa a novembre. Lo ha detto Andy Sommer, team leader Fundamental analysis, modelling & meteorology presso Axpo.
“A novembre, la cosiddetta “dunkelflaute” ha colpito alcune parti dell’Europa per diversi giorni, con poco vento e poca luce solare. La generazione eolica è scesa a uno dei livelli più bassi degli ultimi dieci anni. Dato che la produzione di energia fotovoltaica in questo periodo dell’anno è già notevolmente ridotta e le temperature registrate sono state inferiori ai livelli degli ultimi due anni, i mercati dell’energia spot sono diventati molto rigidi e i prezzi sono saliti alle stelle. Il prezzo spot del giorno prima tedesco ha brevemente superato i 200 euro/MWh – arrivando a più di 800 euro/MWh durante una delle ore più rigide – e molti mercati dell’Europa orientale sono saliti a medie superiori a 300 euro/MWh”, ha detto Sommer.
Un’ulteriore conseguenza della “dunkelflaute” è stato il forte utilizzo degli stoccaggi di gas in tutta Europa per soddisfare la maggiore domanda di gas generata dalle temperature più basse e dal poco vento. Di conseguenza, il mese scorso, il lungo saldo positivo di stoccaggio di gas nell’UE è stato eroso, passando da un surplus di 2,5 punti percentuali a un deficit di 2,3 punti percentuali alla fine di novembre.
Prezzi del gas
In questo quadro, l’incertezza dello scenario geopolitico globale e i ritardi nell’avvio di nuovi progetti di sviluppo gas e di liquefazione rischiano di impattare sul quadro economico ed energetico europeo ed italiano.
Questo è evidente con la recente volatilità dei prezzi del gas. Anche il trend crescente del livello dei prezzi, dovuto soprattutto a un aumento del consumo asiatico, sembrano avere le stesse cause. Lo dice Proxigas, l’associazione del settore gas nata nel 2022 dall’aggregazione di IGAS e Anigas.
“L’inizio della stagione invernale ha fatto registrare un importante ricorso all’erogazione da stoccaggio in Europa che è attualmente di circa 10 miliardi di mc più vuoto rispetto allo scorso anno”, ha detto l’associazione appartenente a Confindustria.
Cristian Signoretto, presidente di Proxigas, ha aggiunto che diversi saranno i fattori che definiranno la gravità della situazione: le misure che la futura amministrazione americana adotterà, le politiche sui dazi, il regime sanzionatorio, la produzione di gas, il permitting del GNL, lo sviluppo del quadro geopolitico.
“Ai conflitti in corso in Ucraina e in Medio Oriente, si aggiungono purtroppo quotidianamente nuove instabilità. Questa escalation alimenta anche la volatilità dei prezzi delle materie prime, incluso il gas”, ha detto Signoretto, aggiungendo che “grazie agli stoccaggi italiani, ancora pieni quasi al 90%, non si prevedono motivi di particolare preoccupazione”.
Le difficoltà potrebbe palesarsi dopo l’inverno in corso, quando il livello di giacenza residua in stoccaggio sarà minore rispetto agli ultimi due anni, due inverni particolarmente miti.
Background sul lato gas
Molta ancora l’incertezza sui flussi di gas russo attraverso l’Ucraina, dove la scadenza dell’accordo di transito alla fine dell’anno rende probabile l’interruzione delle forniture.
Sommer di Axpo spiega che le sanzioni degli Stati Uniti nei confronti di Gazprombank ha sollevato ulteriori rischi per le forniture di gas, anche se il mercato sembra prevedere che i distributori troveranno il modo di mantenere i flussi.
“Gli stoccaggi di gas meno confortevoli rispetto a qualche settimana fa, le forniture di GNL ancora in ritardo rispetto agli ultimi anni e le forniture russe che probabilmente diminuiranno a partire da gennaio hanno aumentato i premi di rischio per il gas”.
Mercato tedesco e commissione von der Leyen 2
Altro tema importante sul mercato elettrico: la crisi del governo tedesco. Il governo tedesco è crollato all’inizio di novembre ed è stata annunciata una nuova consultazione elettorale per il febbraio 2025.
“Come stabilizzare la debole economia tedesca, spesso legata al prezzo dell’energia, è uno dei temi centrali della campagna elettorale di tutti i partiti. Poiché la Germania è ancora la più grande economia dell’UE e il suo mercato finanziario dell’elettricità funge da punto di riferimento per gran parte dell’Europa, queste elezioni saranno di particolare interesse per molti operatori del mercato”; ha detto Sommer.
L’analista di Axpo ricorda poi gli impegni della Commissione europea. L’esecutivo europeo, che ha iniziato i lavori il 1° dicembre, avrà un certo peso nella definizione del futuro mercato elettrico europeo, attraverso una serie di file ancora in parte aperti: le misure di decarbonizzazione dell’industria, l’obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2040, la finalizzazione e l’implementazione del CBAM (il prezzo delle emissioni di carbonio incorporate in alcuni prodotti importati) e dell’ETS2 (il prezzo delle emissioni del trasporto stradale e del riscaldamento).
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