L’industria italiana può diventare competitiva, anche nei confronti dei produttori cinesi, nel caso di supporto pubblico. È questo il messaggio del primo giorno del NetZero, in corso a Milano. Un messaggio che ricalca le posizioni del rapporto Draghi, sia a livello industriale che politico.
“Ho bisogno di strumenti a livello europeo, per far partire questa industria”, ha detto Michele Porri, head of business development & marketing, di 3Sun. Secondo Porri è necessario sostenere il reshoring delle tecnologie, sopratutto quelle in fasi di sviluppo.
Secondo Federico Vitali, fondatore di Faam, l’industria italiana può diventare competitiva in pochi anni, nello specifico anche per la produzione di batterie agli ioni di litio.
“Le batterie al piombo prodotte a Manfredonia forse ci costano meno rispetto a quelle prodotte in Cina”, ha detto Vitali, chiedendo “una chiara barriera per proteggere l’avvio e lo sviluppo dell’industria europea”.
Davide Panzeri, head of Italy-EU policy, presso Ecco Climate Think-tank ha ricordato che l’Italia ha delle eccellenze.
“Possiamo essere leader. Un’esempio: le pompe di calore, settore in cui le aziende italiane sono molto competitive”, ha detto Panzeri.
Gli sviluppi a livello europeo degli ultimi mesi sono positivi ma, secondo il governo italiano, mancano le risorse al NetZero Industry Act.
“Dobbiamo sostenere con aiuti di stato più consistenti queste tecnologie”, ha detto Paolo Casalino, direttore generale per le politiche industriali del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit).
Esponenti della Commissione europea hanno detto che l’Italia deve comunque risolvere le difficoltà registrate con la transizione energetica.
“Chiedete al ministro di risolvere i problemi con la transizione energetica”, ha detto Marzena Rogalska, consigliera principale per la decarbonizzazione industriale presso la Direzione generale per l’Azione per il clima della Commissione europea.
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