Grazie ad un investimento da 40 milioni di euro sorge nel complesso industriale di Mirafiori, a Torino, e permetterà di sviluppare e testare i pacchi batteria per veicoli elettrici che andranno ad alimentare i futuri prodotti della gamma Stellantis. Il sistema di alimentazione del centro può gestire fino a 1,2 kV e 2,2 MW per cella di prova.
Toshiba ha sviluppato un MOSFET al carburo di silicio (SiC) da 2.200 V per inverter e sistemi di accumulo di energia, al fine di aiutare i produttori di inverter a ridurre le dimensioni e il peso dei loro prodotti.
EnerVenue ha sviluppato una nuova batteria metallo-idrogeno. La startup statunitense afferma che l’efficienza della batteria varia dall’80% al 90%, a seconda del tasso di ciclo, e sostiene che la sua densità di energia per piede quadrato è pari o addirittura superiore a quella delle batterie agli ioni di litio.
Il nuovo algoritmo si basa sul comportamento dei tunicati degli animali marini e, secondo quanto riferito, fornisce risultati notevoli in termini di errori di potenza. È stato testato su quattro configurazioni di impianti fotovoltaici con cinque diversi schemi di ombreggiamento.
Chiamato Geospatial Opportunity Mapping (GOMap), il nuovo strumento prende in considerazione le informazioni ad alta risoluzione provenienti sia dalle autorità locali che dalle società di servizi locali. Secondo quanto riferito, è in grado di determinare il numero di progetti solari su tetto o a terra che possono essere installati in una determinata area.
Un gruppo di ricerca algerino ha analizzato le caratteristiche elettroniche, elastiche, ottiche e termoelettriche della perovskite KGeCl3 per verificare se questo materiale senza piombo possa essere utilizzato per celle solari e altri dispositivi elettronici. Gli scienziati hanno scoperto che il nuovo materiale è un semiconduttore a bandgap diretto con energie di bandgap di 0,92 eV, 1,26 eV e 1,88 eV rispettivamente per le fasi cubica, tetragonale e ortorombica.
Spiace ricordare che il vecchio continente sconta sempre una scarsa visione a lungo termine degli obiettivi comuni ai diversi Paesi. L’Italia, con ENEA, sul fronte riciclo, partecipa al progetto europeo ACROBAT che punta al recupero di oltre il 90% delle materie prime contenute nelle batterie LFP a base di litio ferro e fosfato.
Costruito da ricercatori danesi, il dispositivo ha anche raggiunto un’efficienza di conversione di potenza del 5,0%. La cella è stata progettata con un substrato di vetro in calce sodata, uno strato di ossido di stagno (FTO), uno strato di trasporto di elettroni in ossido di titanio (TiO2), un assorbitore di selenio, uno strato di ossido di molibdeno (MoOx) e un contatto metallico in oro (Au).
Lochinvar ha sviluppato una pompa di calore con un’erogazione di acqua calda fino a 70 C, con un coefficiente di prestazione (COP) di 5,5. Il sistema è interamente collegabile in cascata e offre potenze da 88 kW a 880 kW. Include inoltre 455 litri di capacità di accumulo di acqua calda e utilizza propano (R290) come refrigerante.
Nell’ambito del master di II livello in “Gestione e controllo dell’ambiente, management efficiente delle risorse” della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, è stato attivato un laboratorio che ha permesso lo studio del fine vita dei pannelli fotovoltaici. A pv magazine Italia la dottoressa Maria Cristina Nanni ha spiegato i risultati dello studio comprendente l’analisi delle tecnologie di trattamento, la mappatura impiantistica italiana, l’ecodesign del pannello e il Life Cycle Assessment su riuso e riciclo.
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