Siamo a fine febbraio, il FER X provvisorio è alle porte, la novità dell’Energy Release ha iniziato il suo percorso (e sembra il suo successo), e se ci giriamo un attimo a guardare i risultati dello scorso anno, notiamo 7,2 GW di impianti fotovoltaici connessi al 31/12, che non sono per niente male. Sì… le aree idonee, sì… il DL agricoltura, sì… la Sardegna… sì, le CER che non sono partite come si sperava… sì lo so… un mondo pieno di difficoltà, ma un mondo nel quale nonostante tutto, e nonostante la scarsa ed inefficiente presenza di incentivi nell’ultimo anno, ha saputo trovare i propri spazi di mercato e le proprie opportunità, anche con prezzi dell’energia medi sensibilmente più bassi dai tempi del Covid.
Il mercato però ora è prossimo ad un nuovo cambiamento, a sopportare una sofisticazione delle regole di partecipazione alle varie opportunità, e ad una maturazione complessiva di chi l’energia la consuma e generalmente non la produce. Al nucleare nostrano ed ai suoi benefici nel breve periodo oramai non crede neanche gran parte del governo, e tantomeno i tanti industriali che hanno capito che se vogliono rimanere competitivi (e vivi nei prossimi anni) devono investire immediatamente in tecnologie di risparmio ed ottimizzazione di consumi, e dove possibile autoprodurre la propria energia.
Come sarà quindi questo 2025? Spoiler… sarà un buon anno!
Nonostante un gennaio leggermente sotto le aspettative, con soli 420MW installati, il mercato 2025 gioverà di diversi fattori concomitanti, che fluidificheranno le installazioni e la quantità di energia dal sole che potremo immettere in rete. Vediamo di che parlo:
- il FER X provvisorio, appena Arera chiarirà la tariffa degli impianti sotto la soglia di 1 MW, a mio avviso partirà a razzo, e il contingente dedicato di 3 GW sarà rapidamente raggiunto e probabilmente superato. Perché? Perché con un prezzo dell’energia sempre più volatile, molti saranno gli industriali che non hanno aderito a Industria 5.0 che vorranno in tempi celeri adottare questo nuovo strumento di incentivazione. Oltre questi prevedo che anche i piccoli impianti, orfani da tempo dell’inefficiente e a mio avviso dannoso 110%, avranno un nuovo impulso installativo. Compariranno poi i primi impianti a terra di piccola taglia di tipo agrivoltaico (anche il verticale, che in diverse situazioni non mi dispiace), faranno la comparsa i primi impianti floating, e anche le pensiline per grandi e piccoli parcheggi cominceranno seriamente a dire la loro.
Sempre parlando di FER X, ma per potenze maggiori di 1 MW, il 2025 sarà soprattutto l’anno delle prenotazioni di incentivo più che delle installazioni, e quindi gli investitori che attendono questo tipo di contratto per costruire, tra bando… fine lavori… e connessione degli impianti… penso che abbiano ben poche speranze di allacciare grande potenza entro il 31/12. Se 10 GW è il contingente dedicato a impianti sopra il MW, credo che non oltre il 15/20% di chi vincerà l’asta (e forse poi, perché dipenderà dal mese nel quale saranno indicati i vincitori) riuscirà a connettere entro fine anno. Chi si allaccerà probabilmente saranno gli impianti sotto i 10 MW con connessioni di facile attuazione, mentre la parte rimanente del contingente sarà probabilmente installata tra 2026 e 2027.
- Siccome abbiamo oltre 15 GW di RTB in questo momento in Italia (fonte: Monitoraggio GSE su BUR dal 2021 per le AU e dal 2023 per le PAS), avremo sì chi preferirà provare ad accedere a FER X provvisorio, ma una significativa parte opterà per PPA, che potrebbero dare valori interessanti, soprattutto in questo periodo di prezzi interessanti dell’energia elettrica.
- Anche se gran parte del mercato lo ha già effettuato o lo ha in corso, il 2025 sarà un anno anche di revampig e di repowering, e quindi un contributo in energia immessa verrà anche da lì
Complessivamente penso che supereremo gli 8 GW installati (sempre che il FER X provvisorio dia i propri esiti entro l’estate), ed apriremo la strada ad 2026 con un installato anche superiore, trainato dal FER X provvisorio e da ulteriori pipeline di impianti autorizzate.
Tutte “rose e fiori” per il fotovoltaico italiano quindi? No, direi di no.. ma la fame di energia e la consapevolezza sempre più diffusa che l’energia ce la dobbiamo fare in casa, ed in tempi brevi, ci aiuterà a raggiungere significativi risultati.
Punti critici da attenzionare saranno quello degli EPC, sempre troppo pochi per un mercato in crescita come questo, i tempi di connessione alla rete, e l’approvvigionamento di componenti critici come i trasformatori. Visto che anche la manodopera specializzata sarà un tema, così come la formazione dei tecnici, con gli USA sempre più inaffidabili e a caccia di marginalità con il loro GNL, sarebbe sensato ed utile per il Paese attrarre e/o comunque formare risorse, anche utilizzando in modo intelligente il Piano Mattei, invece che continuare ad investire sul mercato calante del gas.
E il BESS? Beh il 2025 sarà l’anno del BESS in Italia, con un Capacity Market che già sta premiando questa tecnologia (vedi i risultati dell’ultima asta madre 2026), e con la partenza del Macse prevista entro l’estate (chi diversi rumor dicono addirittura a novembre).
Temi chiave sono in questo caso le autorizzazioni, che sono ancora poche e che renderebbero le aste poco competitive, la nuova circolare dei Vigili del Fuoco che può avere un impatto significativo su molti impianti già in corso di autorizzazione (e nei pochi autorizzati), ed il passaggio dei nuovi progetti dal MASE alle Regioni. Riguardo le autorizzazioni, a fine gennaio risultavano 3,7 GW autorizzati, dei quali in 1 GW Sardegna, 840 MW Abruzzo, Piemonte 830 MW. Mancano ad oggi quindi progetti utili a fare aste veramente competitive in regioni chiave per le FER come Puglia e Sicilia; in Sardegna nonostante l’autorizzazione dei progetti, si rischiano inceppi a causa della nota atmosfera politica e legislativa regionale, che si spera si plachi prima dell’installazione degli impianti.
Per chi si occupa di BESS un altro fattore importante da considerare sarà tutto quello che verrà a valle delle aste: saranno da tenere da conto infatti i tempi di ordine ed installazione dei sistemi, considerando il fatto che diversi mercati a livello globale stanno partendo (ed assicurarsi le forniture sarà determinante), la non scontata sostituzione della tecnologia post asta per le solite tematiche autorizzative, la mancanza di chiaro ed univoco standard per prove a freddo e a caldo dei sistemi, e per finire (ma non per importanza), la logistica per l’arrivo in campo dei vari container che costituiranno gli impianti, a causa dei grandi pesi in gioco.
Insomma, grande fermento di mercato in questo momento, diverse criticità da tenere d’occhio, ma mi viene voglia di pensare che sia la volta buona per una svolta convinta del settore, un pizzico di ottimismo io ce l’ho!
Questo articolo fa parte di una serie di articoli curati da Mauro Moroni per pv magazine Italia. Gli articoli precedenti erano focalizzati sulla transizione verso un sistema energetico basato sulle rinnovabili, sulla lentezza del Governo che paralizza il mercato, sui principali trend del 2023, sul DL Semplificazioni, sulla diversificazione tecnologica per superare impasse materie prime, sulle “strategie di resistenza sporche delle fossili”, sul rapporto tra riscaldamento globale e mondo dell’energia, sulla Bozza decreto Aree idonee, sulla sua fotografia d’autunno, sul previsionale 2024, sul quadro normativo e regolamentare e sull’impatto dell’intelligenza artificiale nel mondo dell’energia rinnovabile italiana.
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Complimenti
Ottimo articolo e riflessioni corrette che condivido pienamente .